La PAC, cioè la politica agricola comune. Quante volte hai letto o sentito di questa “PAC”? Perché dovrebbe esserci una politica agricola comune? Non ti preoccupare, in questo articolo troverai risposta a molte delle tue domande.

L’agricoltura e l’Unione europea

L’agricoltura è uno dei settori cardine sui quali è stata costituita l’Unione europea. La politica agricola comune (PAC) è infatti una delle politiche comunitarie di maggiore importanza sotto il profilo degli investimenti. Ha impegnato per il periodo 2014-2020 408.31 miliardi, il 38% dell’intero bilancio dell’Unione europea.

I finanziamenti alle imprese agricole si suddividono in tre pilastri:

  • sostegno diretto al reddito degli agricoltori;
  • misure di mercato per import ed export di alcuni settori specifici;
  • sviluppo rurale.

Gli obiettivi sono molteplici, partendo da quello relativo alla crescita sostenibile del settore primario in Europa. Si vuole sostanzialmente investire nel modo corretto queste risorse al fine di produrre cibo sicuro e di qualità a prezzi accessibili per un numero sempre crescente di cittadini, ammodernando i sistemi produttivi per razionalizzare le risorse e tutelare l’ambiente.

I numeri

Il settore agroalimentare in Europa dà lavoro a 44 milioni di persone, grazie a 179 milioni di ettari coltivati in tutto il continente e le esportazioni agroalimentari dell’UE ammontano a oltre 130 miliardi di euro all’anno. Cifre che fanno capire la centralità di un settore trainante per l’economia e per l’occupazione.

Nell’ambito della strategia Farm to fork, la prossima programmazione agricola (del 2023) sarà fortemente improntata alla sostenibilità ambientale. L’agricoltura è infatti pesantemente danneggiata dai cambiamenti climatici in atto e può svolgere un ruolo di primo piano nell’azione condotta dall’UE per ridurre tale impatto, proteggere la biodiversità e garantire un futuro sostenibile per tutti.

Grazie alla PAC si è verificato un aumento del 5,5% annuo dell’agricoltura biologica negli ultimi 10 anni. Le terre usate per l’agricoltura biologica occupano 400.000 ettari in tutta Europa.

C’è stata inoltre una riduzione del 17% dei nitrati nei corsi d’acqua dal 1992 a oggi e anche le emissioni di gas a effetto serra si sono ridotte del 24% rispetto al 1990.

Grazie a investimenti in innovazione, le aziende agricole hanno fatto passi da gigante in materia di sostenibilità ambientale dei cicli produttivi.

Il futuro

La vera sfida del futuro sarà quella di coniugare questo aspetto con la redditività delle imprese, assicurando un tenore di vita equo agli agricoltori, proteggendoli da una eccessiva volatilità dei prezzi, dalle crisi di mercato e dagli squilibri all’interno della filiera alimentare.

Il bilancio definitivo della PAC per il periodo 2014-2020 ha attribuito 291,273 miliardi di EUR ai pagamenti diretti, 99,587 miliardi di EUR allo sviluppo rurale e 17,453 miliardi di EUR alle misure di mercato. Nel prossimo settennato (i fondi sono ancora da stabilire) si darà grande rilevanza alla riduzione delle emissioni, alla tutela della biodiversità e alle nuove tecnologie, per abbattere il consumo energetico e migliorare l’efficienza produttiva delle aziende.

Fabio Rolfi
(Assessore all’Agricoltura, Alimentazione e
Sistemi Verdi di Regione Lombardia)

 

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