In questo articolo si parla del MES e della sua riforma. Quante volte abbiamo sentito queste tre lettere in questi anni? Tantissime. Il tema è complesso ma in questo articolo cercheremo di vedere alcuni punti chiave. Iniziamo!

Cos’è il MES

Il MES è il Meccanismo Europeo di Stabilità (ESM in inglese) ed è nato nel 2012. La sua funzione è quella di aiutare gli Stati che adottano l’Euro nelle situazioni di difficoltà finanziarie e, per questa ragione, viene anche definito “Fondo Salva Stati”.

È stato istituito con un Trattato intergovernativo al di fuori del quadro giuridico della UE ed è di fatto un’azienda, di diritto lussemburghese. Pur non essendo un’istituzione dell’UE, agisce insieme alle istituzioni europee. Ha una sede, un Consiglio di Amministrazione, un Direttore Generale ed è gestito dal Consiglio dei Governatori, composto dai ministri delle finanze dei Paesi aventi l’Euro. Questi soggetti godono di immunità di giurisdizione per gli atti compiuti nell’esercizio delle loro funzioni.

Il MES è sovvenzionato dagli Stati che ne hanno aderito e l’ammontare del fondo è dato dai versamenti di ciascuno Stato. La quota di ciascun Paese è calcolata considerando il PIL (Prodotto Interno Lordo) dello Stato membro e la sua popolazione. Attualmente il capitale del MES è di 704,8 miliardi di Euro, di cui 80,5 interamente versati, e l’Italia è il terzo contributore.

Lo Stato in difficoltà finanziaria, e che non riesce ad avere accesso ai mercati finanziari, può richiedere aiuto al MES il quale concederà dei fondi in prestito, a tasso agevolato, dietro la sottoscrizione di un Memorandum of Understanding (MoU), ovvero di un documento che prevede il rispetto di determinate condizioni (dette, nel gergo, condizionalità) da parte del richiedente. Queste condizioni possono riguardare tagli alla spesa pubblica (come ad esempio ai dipendenti pubblici e alle pensioni), aumenti di tasse e vendita di beni dello Stato. Spetterà alla Commissione Europea, d’intesa con la BCE ed eventualmente l’FMI (Fondo Monetario Internazionale) la verifica sull’operato del Paese fruitore.

Esistono due linee di credito distinte:

  • la PCCL (Precautionary Conditionetd Credit Line): riguarda i Paesi con conti pubblici in ordine;
  • la ECCL (Enhanced Conditions Credit Line): riguarda i Paesi che non rispettano i criteri per la PCCL. Come dice il nome, è una linea di credito a condizionalità rafforzata.

Un’altra cosa da sottolineare è che il MES ha la caratteristica di creditore privilegiato cioè ha il diritto ad essere rimborsato per primo, ovvero avrà la precedenza, rispetto ai detentori dei Titoli di Stato.

Cos’è la riforma del MES

Dal 2018 è iniziato un dibattito per riformare il MES. Al momento della redazione di questo articolo, il Trattato di Riforma del MES non è ancora stato ratificato dagli Stati, tuttavia è opportuno vedere le principali modifiche.

Le condizioni per l’accesso alla PCCL vengono rese più stringenti ma, i Paesi che la potranno utilizzare, usufruiranno di procedure semplificate e/o di non condizionalità per l’accesso al credito stesso.

Con la riforma, il MES potrà essere utilizzato anche per risolvere le crisi bancarie. Questa funzione viene definita “backstop”.

Infine, un’altra modifica riguarda le Clausole di Azione Collettiva, dette CAC. Queste clausole sono richieste per poter ristrutturare il debito, ad esempio per limitare il rimborso dei Titoli di Stato e/o per allungarne le scadenze. Se ora è prevista una doppia deliberazione (double limbs) da parte dei possessori dei Titoli (una per ciascuna tipologia di titolo e una per l’insieme degli stessi), con la riforma basterà una singola deliberazione (single limb) su una singola partita di Titoli per estendere le medesime decisioni a tutto il debito pubblico.

Alberto Maculotti

 

Le istituzioni europee vengono trattate anche durante le lezioni del primo anno della Scuola di Formazione Politica. Per domande o chiarimenti inerenti la scuola, puoi scrivere a segreteria@scuoladiformazionepolitica.it.